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Le leggende liguri…Il leone del Malpasso

Sono ancora un’inguaribile sognatrice e invecchiando mi rendo conto di quanto mi sia mancata nella mia infanzia la parte dedicata alla fantasia,il sognare ad occhi aperti,l’immersione nel mondo delle favole… Erano altri tempi,tempi in cui  imparavi a crescere velocemente e a capire quanto è impegnativa la vita, che presenta sempre mille ostacoli .

Ora che ha qualche anno in più, mi concedo il lusso di dare sfogo alle curiosità ,scovando attività, aneddoti, leggende, che arricchiscono il mio sapere.

Questa settimana ho trovato una leggenda, legata al nostro territorio, leggenda che non conoscevo.

E’ ambientata nella riviera di Ponente, in un posto meraviglioso,  noi Liguri lo amiamo…il Malpasso.Qui si trova una splendida spiaggia, il cui accesso ora è stato regolato , ma ai tempi era un luogo di raduno , dove passare le notti in tenda e godere del mare al mattino presto.

Ma veniamo alla leggenda

Percorrendo la strada statale tra Capo Noli e Finale Ligure, prima di giungere a Varigotti, si può notare una figura scolpita nella roccia a forma di leone, a picco sul mare.

“Nel I secolo D.C., prima che i crociati partissero per la liberazione di Gerusalemme, Noli era una repubblica marinara e le sue navi erano alla ricerca di ricchezze e scambi commerciali.

Leone, uno dei marinai più giovani, aveva l’obiettivo di dirigersi in Africa , curioso di vedere da vicino gli animali, di cui portava il nome. Dopo anni di viaggio, riuscì a raggiungere le coste dell’Africa, più precisamente in Marocco. Si spinse alla ricerca dei leoni e quando li vide decise di portarne uno con sé a tutti i costi.

Dopo aver convinto i suoi compagni di viaggio e alcuni cacciatori della zona, riuscì a catturare un giovane e robusto leone, lo mise in una gabbia e lo caricò sulla nave. Durante il tragitto il leone dovette nutrirsi di carne fresca e questo costò molto al marinaio.

Rientrati a Noli, il leone venne messo in una gabbia più ampia sulle alture delle Manie in modo da poter chiamare amici e parenti e far ammirare questo fantastico esemplare.

Il leone non smetteva mai di ruggire, non per aggressività, ma per mancanza della sua compagna da cui era stato separato che, dalle spiagge dell’Africa, lo chiamava.

Una notte, sentendo sempre più forti i lamenti della leonessa dal Marocco, riuscì a fuggire dalla gabbia e si spinse verso le rocce di Capo Noli continuando a ruggire.

Un mago che viveva nei paraggi, infastidito da quei lamenti, gli ordinò di smettere ma il leone continuò. Ormai spazientito, il mago fece un incantesimo e lo trasformò in pietra.

Rimase così, immortalato a picco sul mare a guardare verso la propria casa.

Nelle giornate di vento di mare si potrebbero sentire ancora i ruggiti della leonessa che cerca il suo compagno”

Ho riportato il testo che ho trovato,magari ne esistono altre versione, ma questa mi ha emozionato…conosco molto bene il posto e senza saperlo,guardando la roccia in questione, ho sempre cercato di attribuirgli qualche somiglianza.

Il caso vuole, che ogni volta, sul “leone” sosta l’immancabile gabbiano, quasi a fare la guardia,,un aiuto del mago?

Per chi non conoscesse il posto, appena possibile, il mio invito è di passare a salutare il leone e  goderVi una splendida giornata di mare e sole…

Il Malpasso è Dinamic

A.L.

 

 

Liguria Dinamic

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