Radio onde di libertà

Atwater kent una delle prime grandi industrie della Radio USA

A partire dai primi anni 20’ , la radio passò da oggetto per pochi, inaccessibile se non agli appartenenti ai ceti più abbienti delle metropoli americane, a sogno raggiungibile per molti strati della popolazione.
Con l’aumento della richiesta del mercato e la concomitanza di grandi campagne pubblicitarie orchestrate con grande modernità, si rese necessaria una rivoluzione nella produzione degli apparecchi radiofonici.
Da poche unità prodotte da laboratori quasi artigianali , visti i numeri in gioco ed il relativo profitto che si andava prospettando, iniziarono a nascere le prime realtà industriali.
In questo contesto , nacque la ATWATER KENT dal nome del proprietario, un nome che per moltissimi anni in America fu sinonimo di “radio”.
Questa industria, di grandissime dimensioni per l’epoca, situata in Philadelphia , fu progettata secondo i più moderni principi industriali e presentava un’elevata differenziazione dei comparti produttivi , ognuno indipendente e dedicato ad una componente specifica.
Si passava così da chi costruiva i mobili in legno, chi gli altoparlanti (i classici altoparlanti “horn” ossia a collo di cigno) chi testava le valvole, chi produceva i trasformatori o avvolgeva le bobine.
Da notare che in quel comparto produttivo , era molto forte la presenza delle donne.
Oggi vi parlo di un modello simbolo della produzione in massa di quell’epoca: il modello 20C.
Il modello 20C era una radio a reazione (una particolare tipologia costruttiva di cui parleremo in un prossimo post) e molto compatta per l’epoca (da cui la “C” di “compact”) .
E’ necessaria una premessa: anche se può apparire strano , questi apparecchi necessitavano di una competenza “tecnologica” da parte dell’ascoltatore, costretto ad utilizzare moltissimi comandi e manopole per ottenere un ascolto chiaro delle emittenti . Probabilmente , i nostri moderni e “passivi” schiavi dello smartphone, non sarebbero riuscite nemmeno a produrre fruscio… Eppure, tanta era la voglia di accostarsi a questi apparecchi e di modernità che tutti erano in grado di ascoltarli.
Tornando al modello “20C” , la potremmo definire una radio a diffusione popolare, e spesso la si intravede nei film dell’epoca .
Questo apparecchio non era dotato di altoparlante interno , per cui si rendeva necessario l’acquisto di un diffusore ad alta impedenza che all’inizio era rappresentato dal già citato “horn speaker” e che in seguito , con il progredire della tecnologia, fu sostituito da un diffusore a “cono” ,(nelle foto il diffusore E2 sempre della Atwater Kent) più o meno decorato a seconda della marca.

 


Per quanto l’apparecchio fosse compatto, la costruzione era veramente molto solida e la radio nelle fotografie , ha tutt’ora tutti i comandi funzionanti e sarebbe in grado di “riprendere servizio” anche subito dopo quasi più di 90 anni !!!!
Ultimo dato interessante, come tutte le radio dell’epoca, queste per essere utilizzate necessitavano di un kit di batterie in grado di generare le tensioni necessarie al funzionamento , (tensione filamento, griglia, anodica ecc).
Questo limite all’epoca era sopperito da una distribuzione capillare di accumulatori pronti al servizio.
In seguito, visti i costi di gestione , furono introdotti i primi “battery eliminator” in pratica dei semplici alimentatori a più tensioni.

ml

Liguria Dinamic

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