Radio onde di libertà

“alfabeto morse” (o codice Morse) antico, obsoleto ma insuperato.

il linguaggio Morse è stato inventato nel lontano 1835 dall’americano Samuel Morse, per essere poi perfezionato da uno dei suoi collaboratori, Alfred Vail.

Morse, viene ricordato, come l’inventore del telegrafo elettrico a filo singolo e del fondamentale codice di comunicazione, denominato in seguito codice Morse.

Il telegrafo venne brevettato nel 1837 e il codice punto-linea garantì all’invenzione affidabilità e una grande. A metà 800 circa  venne istituita la prima linea telegrafica tra Baltimora e Washington, mentre in Italia le prime due città collegate furono Pisa e Livorno.

L‘alfabeto Morse si fonda su tre semplici caratteri: il punto, la linea e l’intervallo, che può essere breve, medio o lungo. Ogni punto o linea, disposto secondo una sequenza ben precisa, rappresenta una lettera o un numero; gli intervalli, invece, simboleggiano le pause: saranno brevi in caso di spazio tra lettera e lettera, medie tra parola e parola e lunghe per indicare una pausa tra le frasi.

Il codice Morse divenne lo standard per la codifica delle informazioni incontrando un successo universalmente riconosciuto. Questo lo rese insostituibile fino al 1999 nello standard internazionale per le comunicazioni marittime. Considerato da subito molto efficiente,inoltre l’alfabeto morse opportunamente sovracodificato fu utilizzato a lungo per l’invio di messaggi segreti in ambito militare.

Il codice morse nella nautica

Fu nella nautica che il codice morse si rivelò estremamente utile: un esempio è quello del 1909, quando il transatlantico inglese Republic entrò in collisione con il piroscafo italiano Florida. In quest’occasione, il radiotelegrafista del Republic, tale signor Binns, riuscì a far arrivare ben quattro navi in soccorso. Una richiesta di aiuto durata 14 ore, che ha permesso il salvataggio di ben 2.000 persone. L’evento ebbe una tale risonanza da portare alla nascita di alcune leggi che resero obbligatoria l’installazione dell’impianto di stazioni radio a bordo.

Un altro episodio degno di nota è quello del 14 aprile 1912, data di affondamento del Titanic. In quel caso, il telegrafo Marconi fu determinante per il salvataggio di 705 persone da parte delle navi Carpathia e Olimpic.In quel caso il telegrafista di bordo continuò eroicamente a trasmettere richieste di aiuto alle navi nelle vicinanze fino a quando non mancò la corrente elettrica in seguito all’allagamento delle caldaie.

Il segnale SOS nel linguaggio morse

Si tratta di un segnale di soccorso utilizzato a livello internazionale destinato, in origine, all’ uso marittimo. Questo segnale proviene dai regolamenti radio marittimi del governo tedesco entrati in vigore nel 1905, per poi essere adottato universalmente in tutto il mondo quando, nel 1906, è stato inserito nei regolamenti di servizio della prima Convenzione radiotelegrafica internazionale.

Prima della nascita della radio, le navi utilizzavano una varietà di segnali di soccorso, con l’uso di bandiere a semaforo, razzi di segnalazione, campare e sirene da nebbia. Nel 1903, il capitano Quintino Bonomo, rappresentante italiano alla Conferenza preliminare di Berlino sulla telegrafia senza fili, sollevò la questione sulla necessità introdurre procedure comuni, come quella di inviare segnali semplici e chiari in caso di pericolo.

SOS, che indica una richiesta di assistenza in una circostanza di emergenza, viene trasmesso con una sequenza di tre punti, tre trattini e tre punti, senza spazi tra i caratteri: l’acronimo SOS, così generato proviene dall’inglese “Save Our Souls” (salvate le nostre anime), è stato scelto per la sua brevità e per la possibilità di leggerlo sempre allo stesso modo.

La potenza di questo sistema di codifica sta nel fatto che per trasmettere due diverse tonalità o una tonalità con diversa lunghezza, non sono necessarie grandi potenze, rimanendo questo segnale intelleggibile molto di più che non il messaggio parlato.

E’ meglio impararlo e farlo conoscere, non si sa mai….

 

Massimo l.

Liguria Dinamic

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