Musica oltre confine

Dalla Gran Bretagna… I BAKERLOO

Le strade percorse da  “Musica Oltre Confine” non hanno frontiere, muri e semafori rossi, i crocicchi sono esplorati e le salite affrontate , c’è aria fresca e polvere di stelle, alla scoperta di emozioni sonore. E’ un ricercare paesaggi dalle infinite musicalità e contaminazioni ,dove alberga il piacere di volare sul pentagramma magnifico dell’arte creata dall’uomo. La Gran Bretagna ha partorito figli degni di essere annoverati nel vangelo musicale internazionale, dai più blasonati, ai meno famosi, assolutamente non possiamo negarlo. Tre di questi figli sono i BAKERLOO: Dave ‘Clem’ Clempson (chitarra, tastiere e voce) – Terry Poole (basso) – Keith Baker (batteria).

Il trio pubblica solo un album “Bakerloo”, originariamente pubblicato dalla neonata etichetta “Harvest” della EMI e recentemente ristampato su CD da Repertoire.

La band nasce con il nome “BAKERLOO BLUES LINE” prendono il nome dall’omonima linea della metropolitana di Londra, originariamente chiamata “The Baker Street & Waterloo Railway”, Il loro suono iniziale è un rock-blues con venature heavy.Dopo aver supportato i Led Zeppelin al “Marquee” di Londra, John Peel li presenta nel suo noto programma “John Peel’s Top Gear” alla BBC Radio 1, ritornano al Marquee per supportare i Jethro Tull e dopo poco nasce questo fantastico album. Abbandonano “BLUES LINE” perché il loro suono si modifica, muta si contamina con escursioni nel jazz, nel prog con intermezzi classicheggianti. Un breve cenno storico dei singoli musicisti dopo lo scioglimento della band è doveroso…

Dave Clempson viene reclutato nel leggendario combo jazz rock Colosseum.

Keith Baker si è unito agli Uriah Heep per il loro classico album “Salisbury” e Terry Poole si è presentato negli album dell’epoca dell’innovatore blues/jazz rock Graham Bond. Clempson, dopo lo scioglimento dei Colosseum, ha continuato a lavorare con gli heavy rocker Humble Pie.

Vorrei fare un cenno alla copertina dell’album, che raffigura un gruppo di uomini intorno a un’enorme macchina perforatrice (?),…deduco che la costruzione della metropolitana sia costata molte vite, questa potrebbe essere una rappresentazione del lavoro pericoloso. Ora passiamo al gioiello dei “BAKERLOO” brano dopo brano.

 La prima traccia, uno strumentale jazz chiamato “Big Bear Ffolly”, prende il nome dal tour britannico di Jim Simpson in cui si trovavano i Bakerloo, che includeva i nascenti Black Sabbath chiamati “Earth”. Questo pezzo include alcune fantastiche chitarre grintose di Clempson, basso e batteria  veloci e furiosi di Terry Poole e Keith Baker (guarda caso un altro famoso batterista con quel nome è rilevante!).

Seconda traccia è una brillante versione di “Bring It On Home” resa famosa dai Led Zeppelin, e qui ha mantenuto la canzone sullo stesso stile, anche se Plant la canta meglio! “Drivin’ BACHwards” è la terza, molto più Prog strizzando l’occhio alla musica classica, usando “Bouree” di Bach – il brano è un’abile improvvisazione jazzistica con una bella esecuzione.

La quarta “Last Blues” è una canzone lenta, cupa e d’atmosfera, piatti luccicanti, venti ululanti, poi conduce a un’incredibile jam blues con un’ottima esecuzione in stile Cream di tutti musicisti. Mamma mia che pezzo!!! “Gang Bang”  traccia successiva… altra chicca, tecniche di batteria di base molto vicine al leggendario suono e stile di Ginger Baker, la chitarra di ‘Clem’ brilla di luce propria. La qualità del suono è davvero buona, ti sembra viaggiare sul treno Bakerloo Line che sferraglia, rimbomba e rotola attraverso i tunnel,,, assolutamente da alzare il volume!

Sesta traccia “This Worried Feeling” è in stile blues lento alla  Fleetwood Mac, completo di voce atmosferica e chitarra “solitaria” in stile Peter Green, la canzone scivola molto bene e la chitarra blues sporca suonata da Clempson…da 3 stelle.

Traccia finale è “Son of Moonshine”, che dura quasi 15 minuti, è considerato il momento clou dell’album. Inizia con un assolo di chitarra prima dell’ingresso di una batteria davvero pesante. Fondamentalmente una lunga jam-session, con la voce all’inizio che lascia il posto a un fantastico lavoro di chitarra di Dave Clempson. c’è un rigoroso ritmo blues fornito dalla drum n’ bass, anche se in alcuni punti arricchita da sovrapposizioni. Dopo otto minuti, riemergono le voci come erano iniziate, introducendo alcune jam più pesanti e un grande lavoro di chitarra, con tutti gli strumenti che prendono ritmo fino alla fine quasi cacofonica. Dopo un’altra dissolvenza in chiusura, la canzone riprende con qualche dolce chitarra, prima di esplodere di nuovo per completare una serie di strane variazioni. Un puro viaggio…parola di Lone Wolf!!! Le tracce bonus sono il lato b “Once Upon A Time” e una versione alternativa di “This Worried Feeling”. La prima è una bella aggiunta, un brano rock gentile con meno blues ma con un ottimo assolo di chitarra con ritornello multivocale. La versione alternativa di This Worried Feeling è fondamentalmente una versione più breve dell’originale con parti di chitarra leggermente diverse. A chi volesse avvicinarsi al Blues-Rock con una svolta Progressive, questo album è una soddisfazione garantita sin dal primo ascolto. Se vi piacciono i Led Zeppelin, ma soprattutto Ten Years After, Cream, i primi Fleetwood Mac,  allora lo amerete sicuramente.

Buon ascolto percorrendo le libere strade della musica…

Lone Wolf

 

 

 

 

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