Il libro è ambientato nell’epoca del nazismo in Germania ; le protagoniste sono un gruppo di donne che vive in un paese vicino a Berlino.
Nell’autunno del 43’ dato che in questo paese non arrivava più alcun alimento, per sfuggire ai bombardamenti e per riuscire a sopravvivere alla fame , queste donne accettarono di fare da assaggiatrici per il Führer.In quel periodo infatti Hitler aveva la costante paura di essere avvelenato ed era solito far assaggiare ad altri i propri pasti prima di mangiare.
Il libro secondo me è molto interessante perché racconta un episodio della storia poco conosciuto; io stessa pur avendo insegnato, non ero a conoscenza del fatto che ci fossero state delle donne assaggiatrici dei pranzi destinati ad Hitler.
Il gruppo di questa donne era composito: vi erano persone di varia provenienza ed ebree che cercavano così di salvarsi la vita.
Il libro è un’analisi della fragilità umana e vuol mettere proprio in evidenza come il desiderio di sopravvivere sia il più forte di tutti ; sopravvivere anche sottoponendosi a vessazioni o rischiando la propria vita con azioni come queste.
La sopravvivenza sopra a tutto e a tutti e per vivere e sentirsi vive affrontare qualsiasi rischio.
Il testo è molto avvincente e cattura il lettore e lo conduce all’epilogo per arrivare a capire la fine di queste donne.
La chiave di lettura del libro sta nella frase della protagonista: “avevamo fame e paura però la fame era più forte della paura”
Questo libro, è tratto dalla vera storia di Margot Wölk e di altre 14 donne, selezionate come assaggiatrici dei cibi destinati a Hitler presso il rifugio “Wolfsschanze”, uno dei quartieri generali del Führer.
ha vinto il premio campiello nel 2018
Piera M.