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Trasportati nel Neolitico-Il riparo sotto Roccia

Continuo a raccontarvi, anche questa settimana, le mie scoperte dell’entroterra ligure. Siamo sempre nel ponente e precisamente ad Alpicella,località a poca distanza da Varazze, sulla strada che conduce a Sassello.

In buona compagnia sono stata portata a visitare un sito archeologico in località Fenestrelle, di cui non conoscevo l’esistenza.

Lungo la strada che  conduce al paese, c’è una deviazione da cui inizia il sentiero marcato con un segnavia “D” di colore rosso ,sentiero che attraversa  il corso del torrente Teiro.

In questo periodo l’acqua non manca e forma delle splendide cascate , ma la meraviglia è il ponte  ad arco in pietra, risalente intorno all’anno Mille, detto “ponte dei saraceni” o “ponte dei Ratti”, che percorriamo per proseguire la  passeggiata.

Penso .. l’inizio è già promettente e dopo un breve tratto di strada asfaltata , proseguiamo lungo un sentiero nel bosco. La giornata non è delle migliori, in quanto le nuvole hanno la meglio, ma l’atmosfera in questo luogo è particolarissima. Ci sono rocce dalle  forme stranissime che sbucano come funghi ,spesso ricoperte da un muschio verdissimo, un velluto al tatto…Una sembra quasi la testa di un gorilla,chi ha fantasia si può sbizzarrire.

Camminando sul terreno soffice, cosparso di foglie e ricci di castagne, arriviamo in un luogo particolare…a guardarlo sembra una porta !Due grandi rocce si guardano , formando uno stretto corridoio… Attraversandolo senti una corrente fredda  e osservando il panorama noti che davanti hai il monte Grippino , considerato un monte sacro.

C’è un qualcosa di magico o rituale,oppure mi sto facendo prendere dal luogo , in cui regna sovrano il silenzio, nemmeno un piccolo uccelletto cinguetta.

Proseguendo nel nostro cammino arriviamo al sito archeologico che è delimitato da un recinto di legno. All’nterno ci sono dei percorsi con scale che ti portano alla parete di roccia strapiombante, il Riparo sotto Roccia. E’ stato scoperto nel 1977 e in questo posto, nel Neolitico, un piccolo gruppo di agricoltori-pastori ,che qui vivevano ,scendevano  ai villaggi della costa con i loro greggi ,dopo la permanenza nei pascoli , nei pressi di questo riparo. Portavano con loro una carico prezioso, i duri ciottoli  “Pietre Verdi”raccolte lungo i torrenti  che servivano a costruire asce per abbattere alberi e  zappe per dissodare i terreni agricoli. L’area presenta inoltre diversi altri rilevamenti archeologici: menhir, incisioni rupestri e  edifici rurali .

Ci avviciniamo alla roccia, per capire meglio e scorgiamo questa stretta piattaforma , rialzata  di circa due metri da terra , che puoi osservare dalle strutture di legno costruite intorno.

Pensare che degli uomini siano stati la sotto, ti sembra strano….ma la magia del posto e la roccia sovrastante ti fanno comprendere la scelta del riparo. La tappa successiva sarà quella di andare a vedere nel museo di Alpicella,in cui sono conservati  gli oggetti ritrovati nel sito, quali una fibula in bronzo, uno spillone di bronzo e parti di vasi e scodelle.

Mentre sei intento ad osservare , vorresti trovare anche tu un segno del passato…sono sincera..durante il percorso di ritorno non ho sollevato lo sguardo da terra, nella speranza di intravedere qualche traccia antica.

Consiglio vivamente questa gita , che con il tempo propizio consente di godere di panorami bellissimi e nel contempo di  riportarti indietro nel tempo…

La prossima settimana vi trasporterò nuovamente in zona…. Sulla strada megalitica.

Godetevi le foto

A.L,

Liguria Dinamic

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