Il Parco dell’Aveto è situato nell’entroterra del Tigullio e comprende tre valli: la Val d’Aveto, la Val Graveglia e la Valle Sturla, ognuna con caratteristiche particolari.
La Val d’Aveto spicca per i paesaggi di alta montagna, pascoli e boschi di faggio e sono proprio le cime montuose che la proteggono da influenze esterne e la isolano dai territori circostanti.
La Valle Sturla è una tipica valle ligure in cui i crinali scendono verso il mare, in cui si alternano pascoli e castagneti a noccioleti, orti e uliveti. Il torrente Lavagna la attraversa e si arriva alle spiagge del Tigullio dai monti al mare.
La Val Graveglia è famosa per la sua natura rocciosa e per la presenza di minerali, che hanno dato spazio alla creazione di cave e miniere d’estrazione, attività protrattasi fino a non molti anni fa. Il parco ha dato il via ad un progetto di recupero delle miniere abbandonate e di allestimento di un museo mineralogico a Reppia, per il mantenimento della memoria storica di queste aree. La Miniera di Gambatesa è oggi visitabile grazie al riuso delle strutture una volta utilizzate per l’estrazione del manganese, dove sono stati rinvenuti minerali rarissimi come la tinzenite e la tiragalloite.
Doveroso ricordare i comuni che fanno parte del parco:
Rezzoaglio: il più alto della vallata, conosciuto per la sua posizione su un’antica strada che univa la costa alle zone padane e ne ha fatto un luogo commerciale.
Borzonasca: sede dell’Ente Parco, situato alla confluenza dei torrenti Penna e Sturla e famoso per il complesso monumentale più significativo di tutto il comprensorio: l’Abbazia di Borzone, dedicata a S. Andrea monumento nazionale.
Mezzanego: di origine romana e formato da più nuclei, raccordo comodo e paesaggisticamente rilevante con le valli del parmense.
Ne: unico comune della valle, con sede municipale a Conscenti dove, da maggio a ottobre, il sabato mattina è attivo un mercatino per la vendita diretta dei prodotti dell’agricoltura locale.
Vediamo ancora cosa si può trovare in queste vallate: Una particolarità del parco è la presenza di diversi “Alberi monumentali”, così classificati in base alla L.R. 4/1999, che prevede la tutela e la valorizzazione di questi monumenti viventi.
Gli esemplari, plurisecolari, da rispettare e ammirare sono: il Cipresso di Borzone e il Castagno del Poggio (Comune di Borzonasca), la Roverella di Gòsita (Comune di Ne) e la Sequoia gigante di Allegrezze (Comune di S. Stefano d’Aveto). Il Faggio del Monte Zatta(Comune di Mezzanego), noto anche come Faggio 40, recentemente abbattutosi a causa di un’aggressione fungina, è oggi visibile al suolo in tutta la sua imponenza. Esistono altri “Grandi Alberi” sparsi nel territorio del Parco, pur non inseriti nell’elenco ufficiale della Regione; tra questi si possono citare l’Elefante, un grosso castagno nei pressi di Zanoni, le Colonne d’Ercole e il Re della Foresta, giganteschi faggi visibili nella Foresta delle Lame. Questi nomi, ispirati dalla fantasia popolare, ben descrivono l’aspetto caratteristico o imponente di queste piante.
La montagna più rappresentativa è il Monte Penna, che con la sua posizione e altitudine di tutto rispetto (mt 1735), permette a chi giunge fino alla cima di ammirare un panorama impareggiabile, tra mare e montagna spaziando dal Mar Ligure alle Alpi Liguri, Monviso e Alpi centrali.
Non mancano laghetti, stagni e torbiere, da ricordare “La Riserva Naturale delle Agoraie” e i più conosciuti Lago delle Lame, quello di Asperelle e il Code d’Asino.
Non poteva mancare in un paesaggio così differenziato un abitatore dell’Appennino ligure, il lupo. Protagonista indiscusso , è fonte di ispirazione per gite nel parco, studiate per seguire le sue tracce e studiarne le abitudini.
Natura selvaggia, alberi, lupi ma troviamo anche splendide opere d’architettura, tutte da visitare e qui di seguito ve ne riportiamo alcune: il Castello Malaspina di S. Stefano d’Aveto (XII secolo) e l’Abbazia di Borzone dedicata a S. Andrea, i numerosi campanili della Val d’Aveto (tra i più singolari quelli di Cabanne, di Rezzoaglio, di Magnasco), i resti del monastero di Villa Cella, una delle chiese più antiche del comprensorio (già citata per il sec. XII) e numerosi altri edifici religiosi, di epoca medievale o barocca (su tutti, la chiesa di Allegrezze, del XV ).
Non rimane altro che dedicare del tempo alla natura e visitare questi splendide cittadine!