LigurianTravels

California: parco Nazionale della Death Valley

Ci piace sognare in questo momento , in cui dobbiamo restare chiusi in casa..e allora pubblichiamo una bella esperienza di viaggio, inviata da un nostro lettore..grazie Dario, conosciamo  un posto particolare della California…leggiamo..

Nella programmazione di un viaggio in California non può assolutamente mancare il parco nazionale della Death Valley, un’area deserta ,dove nel 1913 si registrò la temperatura più alta mai toccata sulla Terra: 56.7°.

La nostra escursione nel parco è durata un solo giorno a causa di tempi ristretti ed anche per questo motivo quasi tutti i punti di interesse che abbiamo toccato sono facilmente raggiungibili in macchina.

Provenendo da Las Vegas, la nostra porta d’accesso al parco è stata Death Valley Junction, un piccolo villaggio abbandonato, dove le uniche strutture rimaste attive sono un piccolo ristorante, Amargosa Cafe, e l’Amargosa Opera House and Hotel, hotel precedentemente sede anche di un teatro ormai in disuso.

Prima però di iniziare l’escursione è fondamentale pensare a benzina e pranzo, infatti il piccolo paese di Amargosa è, venendo da est, l’ultimo posto utile dove fare rifornimento di viveri e carburante, cosa assolutamente necessaria dal momento che la Death Valley, pur presentando qualche centro abitato (Furnace Creek il più grande, seguito da Stovepipe Wells e Beatty Junction), è una landa desolata, dove le temperature superano facilmente i 40° con punte oltre i 50°, motivi per cui è fondamentale attraversarla ben preparati. Da queste parti non si scherza con il clima; tanta tanta acqua e serbatoio pieno. Nessuno vorrebbe trovarsi a secco in uno dei luoghi più inospitali del pianeta e poi, il nome parla da solo…

All’ingresso dell’area protetta troviamo un piccolo distributore automatico, dove acquistare il permesso per circolare (30$). Il mio consiglio è, se si ha intenzione di visitare tre o più parchi nazionali, di acquistare a 80$ l’annual pass ,che permetterà così di risparmiare qualche decina di dollari.

Subito dopo quest’ultima formalità ,possiamo dirigerci verso la nostra prima tappa: Dante’s View Point. Si tratta di una piattaforma panoramica comodamente raggiungibile in macchina che offre una vista spettacolare del parco, dalle montagne del Panamint con le loro cascate di sale a Ovest, al deserto dell’Amargosa in Nevada a Est. Questo luogo è famoso per offrire una vista contemporanea del più basso punto degli Stati Uniti continentali (Badwater -86m s.l.m.) e di quello invece più alto (Mount Whitney 4418m s.l.m.).

Lasciato il punto panoramico, addentrandoci nel parco in direzione Furnace Creek, in poco più di mezz’ora raggiungiamo Zabriskie Point, luogo in cui l’erosione ha dato alle rocce le forme di dune di sabbia, creando così un paesaggio davvero particolare.

Proseguendo verso Ovest incontriamo Furnace Creek, il centro abitato più grande della Death Valley e sede di un Visitor Centre. Fondato nel 1883, questo villaggio di circa 30 abitanti è una tappa quasi obbligata per rinfrescarsi all’ombra delle palme presenti (non certo per le temperature, quelle rimangono intorno ai 40°) e prendersi una piccola pausa prima di proseguire il viaggio.

Una volta terminata la sosta è d’obbligo una deviazione su Artist’s Drive, un anello a senso unico di 8 miglia ,che attraversa canyon e formazioni rocciose offrendo viste a dir poco surreali anche stando seduti all’interno della vettura.

Da qui copriamo quasi i 50 km che ci separano dalla prossima tappa: le Mesquite Flat Sand Dunes.

Situate poco prima del villaggio di Stovepipe Wells e alte circa 30m, queste dune di sabbia sono le più accessibili della Death Valley, grazie al vicino posteggio. Non si trovano sentieri tracciati in quanto il paesaggio muta continuamente, ma camminando sulle creste e tenendo presente il posteggio è facile orientarsi e raggiungere quelle più alte. I momenti migliori per una passeggiata sulla sabbia a Mesquite Flat sono sicuramente alba e tramonto, quando la luce dona alle dune colori e sfumature unici.

Sino ad ora ho raccontato solo di visite a luoghi comodamente raggiungibili in macchina, ma durante la nostra giornata nella Death Valley abbiamo avuto anche il tempo di due brevi escursioni: Natural Bridge e Mosaic Canyon.

Il punto di partenza della prima si trova a 30 minuti di macchina dal Visitor Center di Furnace Creek, ed è un piccolo parcheggio sterrato alla fine di Natural Bridge Road. Da qui in un quarto d’ora di camminata si raggiunge questa curiosa formazione rocciosa che attraversa il canyon da parte a parte come fosse, appunto, un ponte naturale.

Mentre il trailhead del Mosaic Canyon Trail si trova solamente a 15 minuti da Stovepipe Wells e conduce nel cuore di uno dei luoghi più belli della Death Valley.

Si tratta di una splendida gola tra due pareti di marmo bianco e levigato, molto facilmente percorribile e che, se coperto fino in fondo, ci porterà di fronte ad una cascata ormai prosciugata.

In caso di escursioni a piedi in queste zone ci sono precauzioni assolutamente necessarie da prendere, sottovalutare questi posti e questo clima è molto pericoloso: avere sempre a disposizioni tanta acqua, tenere la testa al fresco per quanto possibile (cappellini ecc), non avventurarsi fuori dai percorsi segnati e ultimo ma non per importanza, attenzione a dove mettete i piedi, disturbare un serpente a sonagli durante la siesta potrebbe avere gravi conseguenze…

Una sola giornata è sicuramente troppo poco per godere appieno delle bellezze di questi luoghi, ma se sfruttata a dovere regala comunque soddisfazioni.

Per chi volesse spendere più tempo nel parco, è possibile soggiornare direttamente nel cuore della Valle della Morte, a Furnace Creek, e da lì organizzare le proprie visite ed escursioni con più calma e tempo.

Dario

Liguria Dinamic

About Author

You may also like

Curiosando per il mondo LigurianTravels

L’isola di Skye in un giorno

Sono contenta di aprire una nuova rubrica dedicata ai viaggi, raccontati dai lettori. Sono sicuramente spunti per chi deve scegliere
LigurianTravels Motordinamic

Sicilia: isola incantata, coast to coast in moto!

Non potevo raccontare a chi segue il nostro blog un'esperienza di viaggio molto emozionante, per la bellezza della meta e