Parliamo d'arte

L’Arlecchino cosmico

Arlecchino Cosmico è l’opera che ci regala questa settimana il nostro Sala, collegandosi al periodo di febbraio, che vede protagoniste le maschere e il Carnevale…

 

Titolo: Arlecchino Cosmico

Tecnica: olio&sabbia su tela

Formato: 40x50cm

Anno: 2008

Introduzione dell’autore:

Iniziamo con “vita vissuta” di questa opera dal titolo “Arlecchino Cosmico”, creato nel 2008. Partecipò a mostre collettive importanti, passaggi televisivi curate da gallerie d’arte e per ultimo a mie esposizioni personali, il tutto documentato, che conferisce una certa importanza all’opera.

Siamo in periodo di carnevale quindi presentare il mio Arlecchino in questa meravigliosa vetrina ha un suo significato.

Passiamo all’opera: “Arlecchino Cosmico”. Voi mi chiederete il perché abbia voluto intitolare e rappresentare in chiave pittorica questa maschera della Commedia dell’Arte nel cosmo, anziché in una piazza o strada, magari affollata da persone e altre maschere.

Il mio Arlecchino rappresenta l’uomo nella sua evoluzione, conoscenza e consapevolezza. La nota maschera inizialmente aveva carattere vivace del servo sciocco ,poi astuto, pronto a dispetti e inganni, diciamo, un cambiamento nel percorso della sua vita. E’ quindi un uomo/maschera, che riconosce e ristabilisce un imminente contatto fra micro e macro cosmo. Se prestiamo attenzione ai “triangoli” colorati del vestito, disposti a losanghe, abbandonano il suddetto corpo per andare a fluttuare nel cosmo ,con eleganza e armonia. Che cosa rappresenta tutto questo?

E’ un prendere coscienza, eliminando dal pesante fardello oggetti, concetti, false credenze e pregiudizi, per dar spazio al vero percorso della vita. Il maestro Franco Battiato scrisse nel testo di una sua nota canzone:”un nuovo uomo nascerà”.

Possiamo notare che, nel vestito, i triangoli mancanti vengono sostituiti da frammenti di cielo, ecco che arriva il rinnovamento. Mentre creavo l’opera, sempre in fase preparatoria, ricordandovi che prima di eseguire un dipinto realizzo un bozzetto, mi sovvenne alla mente un grande e particolare artista, Alberto Camerini, che negli anni ottanta, vestito come Arlecchino, presentò una canzone “Rock’n’Roll Robot” che divenne una notevole hit. Fu un momento commerciale del camaleontico A.C., ma ciò nulla toglie al suo spessore artistico. Un piccolo consiglio: ascoltate i suoi primi albums e leggete la sua biografia.

La tavolozza cromatica di questo periodo aveva una forte dominanza, per gli sfondi, del blu di prussia molto intenso profondo, e una attenta “convivenza” fra  colori caldi e freddi. L’intento: “far sognare l’osservatore”.

Multicromatico, affamato di conoscenza, simpatico, ironico e astuto il mio “Arlecchino” si lascia cullare dal vento cosmico, ove una Luna, simbolo per eccellenza di femminilità,  gli strizza l’occhio…

Alessandro Sala

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