Parliamo d'arte

Flora Ritorna In Città

La settimana dedicata all’arte presenta un dipinto, che vuole essere una riflessione, su quanto il genere umano abbia cercato di sottomettere la natura…ma prima o poi arriverà la resa dei conti…Leggiamo insieme…

Titolo: Flora Ritorna In Città (2000 c.a.)
Tecnica: olio e sabbia su tela
Formato: 70x50cm

Introduzione dell’artista:

Ti alzi al mattino di buonora, dopo una energetica colazione che ti sosterrà fino all’una, arriva il temporale di questo pazzo maggio ed allora i programmi vengono modificati. Un po’ di ordine in archivio è un’idea ottima e ti ritrovi fra le mani questo dipinto del 2000 circa. Il pomeriggio è determinato dalla pioggia quindi decido di raccontarvi “Flora Ritorna In Città”.

Sono passati 25 anni più o meno dall’esecuzione del dipinto, ma non nego di avere gli occhi lucidi e la gola leggermente secca e voi direte perché? Dietro ad ogni opera artistica che sia dipinto, scultura e fotografia c’è il vissuto del suo autore, attimi, frammenti, storie, sentimenti, gioie/dolori e tanto ,ma tanto,, amore. Ricorderò sempre che un importante e blasonato critico d’arte italiano, non faccio il nome per etica e rispetto della privacy, giusto in quegli anni disse che: “i colori delle terre e dei gialli che compaiono nei sui dipinti sono farina del suo sacco… unici!” ed aggiunse: “L’abbinamento dei colori caldi con i colori freddi di Sala hanno un suo perché ,un marchio di fabbrica che fa riconoscere questo artista fra altri mille”.
Non so sinceramente ,se tutto ciò sia verità oppure appagamento del proprio ego del critico d’arte, però una cosa è certa ,da anni facevo ricerca sugli accostamenti cromatici tra toni caldi e freddi, spesso “vagabondavo per le vie dell’informale”, utilizzando smalti o
acrilici, combustioni fra i più disparati materiali. Gli assemblaggi sono una piacevole ricerca all’insegna della libertà di espressione.

Veniamo al dipinto che racchiude piccole “perle” del mio mondo….
In primis c’era in me un forte desiderio di abbandonare la città, non più vivibile, in quanto pregna di rumori, fetori, grigio ovunque… pochi i volti sorridenti. Le stagioni sembravano tutte uguali, ti rendevi conto del mese che iniziava ,quando staccavi la pagina del mese precedente dal calendario…
Seconda “perla”, non meno importante, è la mia attenta osservazione della natura, non che prima ne fossi staccato, ma ho imparato proprio ad osservarla anche nei posti più reconditi della città. La forza della natura, la flora si riprende i suoi spazi..
Osservavo le erbe infestanti ai bordi delle strade, delle creuze di Genova, la forza del fico, albero, che cercava la sua vita verso il cielo, i giardini pubblici meno abbandonati di adesso ricolmi di pitosfori e la forza del bagolaro con le sue profonde e “nervose” radici.
Allo stesso tempo venivo rapito dai terrazzi, poggioli o piccoli giardini abbelliti da piante grasse, qualche esile palma in compagnia di ulivi e glicini… e i gerani, padroni indiscussi nelle loro fioriere, cipressi vicino ai luoghi sacri, qualche abete qua e là e pini marittimi, figli di Narciso, riflessi nel blu del mare.

“Flora Ritorna In Città” racchiude, come uno scrigno segreto o quasi frammenti di quel “sentire” della mia vita cittadina.
La natura si riprende la città e le sue proporzioni si amplificano, ricoprono il grigio/nero del bitume (asfalto), abbandonano terrazze e giardini degli edifici pubblici e civici, scendono in piazza pacificamente ed il loro canto silente è: “Riprendiamoci il nostro posto”.
Sottolineo con un evidenziatore verde, come si usava un po’ di anni fa, che la mia scelta di abbandonare la città è stata saggia. Il brano che accompagna il dipinto è “Cemento Armato” delle iconiche “Le Orme”… più azzeccato non poteva essere! (AS)

Liguria Dinamic

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