Parliamo d'arte

No to War

L’opera che Sala ci presenta questa settimana è di grande attualità per il momento che stiamo vivendo..ma non anticipo nulla ..osservate e leggete…

 

Titolo: No to War

 

Tecnica: olio e sabbia su tela

 

Formato: 50x70cm

 

Introduzione dell’autore:

 

Questa settimana inizio con una premessa dal tono salvifico per tutti gli artisti (includendo coloro che operano in tutte le espressioni dell’arte).

Molte volte l’artista precede nel rappresentare ciò che avverrà nell’immediato o prossimo futuro. Lo stile di vita, la ricerca , l’esternazione delle proprie emozioni, le ore passate in solitudine, sono ingredienti che combinati fra loro permettono di avere una visione più ampia e libera. Mi permetto di scrivere una frase a me molto cara:”spesso riconosci un artista fra la massa, perché è l’unico/a che cammina sulle nuvole”.

Il dipinto presentato alla vostra attenzione è “No to War”, realizzato nel 2013, non a caso fu un anno funestato da eventi bellici ,che hanno scosso il pianeta,epicentro della crisi il Medio Oriente e l’Africa intera, dal Maghreb all’aria subsahariana.

L’anno è importante per la sua lettura: oggi siamo nel 2020 un anno ,che non dimenticheremo facilmente, per alcuni classificato al terzo posto, dopo le due grandi guerre.  Essendo positivo dico, anzi scrivo, che non è una guerra, ma si sta cercando di diffondere il terrore e di allontanarci gli uni dagli altri.

Bene, ora leggiamo l’opera: un uomo alza, verso l’alto, il suo striscione  con la scritta di colore rosso “no alla guerra”. Lui è con abiti contemporanei, definiti urban-look. In dettaglio: camicia con sotto una t-shirt con il simbolo “peace&love”, jeans molto vissuti e usurati ,tenuti su da una cintura in vita e scarponcini senza stringhe. Il più cattivo potrebbe obiettare dicendo: “era in galera”. No! Le stringhe sono corde sottili, che ti legano o incatenano ,quindi non hai movimento… il non movimento significa non “esser più libero”.

Egli ha sotto i piedi tutto ciò che noi conosciamo molto bene: i nostri “nuovi” mezzi di comunicazione.  Sono computer, telefonia e televisori insomma i mezzi dell’immagine odierna ,ove tutto passa, come un fiume in piena colmo di fakes e menzogne, ove imperversano i tuttologi. Nel dipinto l’unico simbolo/immagine è il logo “Peace&Love”. Esso ci porta ad una riflessione profonda, almeno per il sottoscritto: “pace e amore”. Sarebbe bello  ridonare valore a queste due semplici parole e cercare di attuarle!!!!

Lo sfondo mi è stato suggerito dalla copertina di un LP dei Jefferson Airplane “Crown of Creation” (1968) ,il fungo di una esplosione atomica. Poniamo attenzione alle date. Loro nel 1968 pubblicano l’album con chiare citazioni al cambiamento e accuse al sistema capitalistico di quegli anni ,che prese forma con liberismi dilaganti vedi il 2020. Io, nel 2013, realizzo “No to War” lanciando un segnale di pace e amore, ove la tecnologia va presa e vissuta a piccole dosi. magari vivendo di più il quotidiano, con i nostri simili. E’ quella tecnologia che nel 2020, anno del Covid-19, sta padroneggiando con app che ci proteggeranno, così dicono, 5G che ci renderà la vita migliore, la nostra privacy sarà tutelata nel più assoluto rispetto, saremo tutti perfettamente immuni contro il virus con il vaccino. Signore e signori non sono io che ho le risposte a tutto questo, ma certamente qualcosa avevo “sognato” nel lontano 2013, una pura visione onirica che mai avrei voluto veder uscire dalla tela. ,

Aggiungo una piccola nota: in quell’anno molta musica californiana beat, flower-power, acid-rock, avvolgeva il mio studio, in modo particolare i Grateful Dead ed i sopra citati Jefferson Airplane. Un ascolto è consigliato.

L’album che ripetutamente ed incessantemente “girava” sul mio piatto era “Crown of Creation”.

Alessandro Sala

 

https://www.youtube.com/watch?v=uOrb0G0tw08

Liguria Dinamic

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